17 Novembre 2025
di Francesco Duraccio
Napoli ha ospitato, nella cornice della Stazione Marittima, la Convention nazionale che ha celebrato i sessant’anni dei Consigli dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Tre giornate intense, costruite su lavoro, confronto e visione: la memoria di una comunità professionale che ha accompagnato la crescita del Paese e la responsabilità di tracciare la rotta per i prossimi decenni. Non un rito celebrativo, ma un cantiere aperto, dove la categoria si è interrogata su come rafforzare la propria funzione sociale nel nuovo ecosistema del lavoro.
Il dibattito si è coagulato attorno a due assi strategici.
Primo: la riforma degli ordinamenti professionali, con l’obiettivo non di riscrivere la nostra identità, ma di aggiornarla alla luce di ciò che la professione è diventata. In questo quadro, il principio cardine è chiaro: niente sovrapposizioni tra oggetti professionali. La distinzione delle competenze non è un’esigenza corporativa; è una garanzia di qualità per cittadini e imprese, una condizione di trasparenza del mercato dei servizi professionali e una tutela della responsabilità. Bisogna lavorare tutti in questa direzione, con la regia del Governo, per evitare di trasformare una importante opportunità in una “guerra fratricida” tra professioni analoghe. Siamo in una fase delicata, che richiede massima vigilanza da parte dei vertici della categoria e una riflessione attenta nella stesura della norma delegata, affinché l’aggiornamento della Legge n. 12 del 1979 valorizzi l’evoluzione dei Consulenti del Lavoro e ne proietti l’operatività in un orizzonte lungo, coerente con i nuovi bisogni del sistema economico della società civile. È questa la sfida: rafforzare la cornice senza snaturare la missione, garantendo continuità di tutele e crescita professionale.
Secondo: l’Intelligenza Artificiale. Il tema non si esaurisce nella tecnologia, ma tocca etica, deontologia e modelli di servizio. I principi delineati dalla AI Act e dalla legge delega offrono una bussola: centralità della persona, responsabilità esclusiva del professionista, obbligo di trasparenza nel dichiarare l’impiego di sistemi di IA verso il cliente. Non siamo davanti a un gadget facoltativo: l’IA è un’infrastruttura cognitiva che attraversa software gestionali, piattaforme di comunicazione, motori di ricerca, servizi cloud e persino gli strumenti di videoscrittura e contabilità. La vera distinzione, oggi, non è tra chi “usa” o “non usa” l’IA, ma tra chi la governa e chi la subisce. È indispensabile quindi l’impegno di tutti, in primis delle istituzioni di categoria, per coniugare innovazione e responsabilità, efficienza e tutela delle persone.
Come Presidente dell’Ordine di Napoli, ho voluto sottolineare un elemento: questa stagione di riforme chiede alla categoria un salto di qualità nella capacità di dialogo con le istituzioni, con il sistema produttivo e con l’opinione pubblica. Le professioni ordinistiche, quando sono riconoscibili e trasparenti, diventano un bene relazionale per il Paese: presidiano la legalità, riducono le asimmetrie informative, abilitano investimenti e lavoro. È anche per questo che la riforma degli ordinamenti e la governance dell’IA vanno lette insieme: identità e innovazione sono le due leve che ci consentono di servire meglio cittadini e imprese, a partire dal Mezzogiorno che chiede — e merita — di essere protagonista della nuova stagione del lavoro.
La Convention è stata anche comunità. Non sono mancati momenti di convivialità con i colleghi: perché le relazioni contano quanto le idee, e spesso le idee migliori nascono attorno a un tavolo, condividendo esperienze e problemi reali. In questa stessa logica, abbiamo aperto la nostra nuova sede di Piazza Municipio: durante i due giorni centrali dei lavori è stata messa a disposizione per la riunione del Consiglio Nazionale e per il CdA della Fondazione Consulenti per il Lavoro. Nei tre giorni dell’evento, oltre duecento colleghi, tra presidenti e dirigenti di tutta Italia, hanno potuto visitarla. Hanno apprezzato spazi, funzionalità e visione. Siamo orgogliosi di questo riconoscimento e speriamo che l’esempio possa spronare progetti analoghi nelle altre province, per proseguire nella modernizzazione delle sedi: una leva concreta per rinnovare l’immagine della categoria e aumentare l’attrattività verso le nuove generazioni di professionisti.
Desidero rivolgere un ringraziamento ai colleghi iscritti di Napoli che hanno partecipato alla giornata conclusiva del 25 ottobre: la loro presenza, attenta e generosa, ha dato sostanza al lavoro dei panel e calore all’intera manifestazione. È nella partecipazione informata che una comunità professionale misura la propria forza, ed è nella corresponsabilità che si costruiscono riforme durature.
Sul piano istituzionale, il Consiglio Nazionale, guidato dal Presidente Rosario De Luca, a cui va il nostro plauso per l’organizzazione dell’evento e per la scelta della location di Napoli, ha espresso un ringraziamento per l’accoglienza e per il clima di confronto costruttivo che la nostra città ha saputo offrire. Forte il segno lasciato dall’intervento del Ministro del Lavoro Marina Calderone, che ha ricordato come le professioni ordinistiche siano un pilastro della coesione sociale e un partner essenziale delle politiche pubbliche per l’occupazione e la competitività. Le sue parole hanno dato profondità al messaggio di questa Convention: stiamo scrivendo il futuro della professione, partendo da una tradizione solida e da una responsabilità condivisa. Non è mancato il saluto commosso alla memoria del collega Luca De Compadri, cui è stata tributata l’apertura dei lavori ed una Santa messa in suffragio nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli: momenti di unità che resteranno nel ricordo di tutti.
Come Presidente, sento il dovere di custodire ciò che siamo e, allo stesso tempo, il coraggio di innovare. Napoli ha dimostrato di essere il luogo giusto per tenere insieme memoria e futuro: città di accoglienza e di competenze, ponte naturale tra istituzioni, imprese e professionisti. Se i primi sessant’anni ci consegnano una storia importante, i prossimi dipendono dalla nostra capacità di fare squadra, di governare il cambiamento e di costruire opportunità di genere e generazionali per il futuro della professione. Continueremo a farlo con la serietà di sempre, sapendo che la fiducia — delle persone, delle aziende, delle istituzioni — è la nostra prima responsabilità.


Modificato: 21 Novembre 2025
