26 Settembre 2022

IL 20 SETTEMBRE SCORSO SI E’ RIUNITA, IN MODALITA’ DA REMOTO, LA COMMISSIONE RIFORMA DELL’ASSEMBLEA DEI DELEGATI ENPACL. E’ COMPOSTA, COME SAPRETE, DA UN DELEGATO PER OGNI REGIONE. LA CAMPANIA HA COME RAPPRESENTANTE IN SENO A TALE COMMISSIONE IL PRESIDENTE EDMONDO DURACCIO. LO STESSO HA FATTO PERVENIRE UN REPORT INFORMATIVO SULLE RISULTANZE DELLA RIUNIONE DEL 20 SETTEMBRE CONVOCATA DAL PRESIDENTE VISPARELLI PER INIZIARE A STUDIARE LA FATTIBILITA’ DI UNA NUOVA RIFORMA IN DIREZIONE DELL’ADEGUATEZZA DELLA PRESTAZIONE, EQUITA’, SOLIDARIETA’ E SOSTENIBILITA’.

 

Ne abbiamo parlato anche in altri numeri della presente Rubrica dell’intendimento del CdA Enpacl di riprendere, dopo 10 anni dall’entrata in vigore dell’attuale sistema previdenziale ENPACL, la valutazione di una nuova riforma nel solco dell’adeguatezza della prestazione, sostenibilità del sistema previdenziale, equità e solidarietà.

Il tutto si è reso possibile per la miriade di dati acquisiti dall’ente in questi 10 anni relativi al reddito professionale annuale conseguito ed ai volumi di affari. Comparando questi dati con le fasce di età e con il sistema “contributivo” di calcolo della prestazione principe (la pensione) è evidente che la stessa non risulterà adeguata. Come, allora, intervenire? Il Presidente Visparelli con il suo staff anche di tecnici (tra cui la Dottoressa Laura Brusco, attuario) ha individuato il vulnus nel coefficiente di trasformazione del montante contributivo (id: la sommatoria di tutti i contributi versati dall’assicurato rivalutati annualmente) che contiene anche una quota riservata alla prestazione di riversibilità.

Per aumentare il coefficiente di trasformazione (scevrandolo dalla quota per le prestazioni indirette) occorre avere risorse. Come procurarle senza incidere sulla sostenibilità del sistema? E qui subentrano la solidarietà e l’equità.

Non è una tematica semplice anzi è alquanto divisiva come ha evidenziato il rappresentante dei Delegati della Campania Edmondo Duraccio ma che bisognerà superare con tanto equilibrio.

Ecco, nella sua testualità, il report inviato dal Presidente Duraccio ai Delegati della Campania e che noi offriamo alle vostre considerazioni e riflessioni nell’ambito di quella trasparenza del mandato da voi ricevuto quando siamo stati eletti Delegati.

Carissimi Delegati

Ho partecipato, nella mia qualità di Rappresentante dei Delegati ENPACL della Regione Campania e di designato dalla Consulta dei Presidenti della medesima Regione, ai lavori della Commissione di Riforma dell’Ente di Previdenza riconvocata, per l’occasione, per la disamina di una problematica già “messa in cantiere” nella scorsa ADD del 29 luglio 2022 preceduta da un incontro, in presenza, sempre con la Commissione Riforma il 7 aprile presso l’Aran Mantegna.

In effetti, dopo 10 anni circa dall’entrata in vigore della nuova riforma (1/1/2013) al cui approntamento ho collaborato come componente della citata Commissione fornendovi idoneo report informativo al termine di ogni seduta, ci si è resi conto, alla luce delle statistiche relative ai volumi di affari e reddituali degli iscritti OGNI ANNO e evidenziandoli per Regione e fasce d’età, che una buona percentuale di iscritti ha volume di affari zero (idem reddito professionale) ed altra buona fascia si attesta entro i 25.000 euro di reddito.

QUESTO SIGNIFICA, NONOSTANTE IL VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO SOGGETTIVO SUL MINIMALE, UNA PRESTAZIONE PREVIDENZIALE ABBASTANZA RIDOTTA ALLA LUCE DEL METODO CONTRIBUTIVO CHE DOVEMMO ADOTTARE IN SEDE DI RIFORMA IN QUANTO IL MINISTERO CE LO IMPOSE.

AD ONTA DI CIO’ DECIDEMMO, CONTRARIAMENTE A QUANTO SUGGERITO DA ALCUNI COLLEGHI IN SEDE DI COMMISSIONE, DI CONSERVARE COME OBBLIGATORIA L’ISCRIZIONE ALL’ENPACL DI TUTTI GLI ISCRITTI ALL’ORDINE A PRESCINDERE DALLA QUANTITA’ REDDITUALE IN QUANTO, IN OGNI CASO, IL VERSAMENTO SU DI UN MINIMALE (CHE I PIU’ “PROGRESSISTI” VOLEVANO DETERMINARE IN 6.000 EURO ANNUI MA CHE RIUSCIMMO A CONTENERE CON TANTO EQUILIBRIO )ASSICURAVA UNA PRESTAZIONE ADEGUATA RISPETTO A QUANTO VERSATO ED OLTRETUTTO C’ERA L’OMBRELLO DEI VERSAMENTI FACOLTATIVI INTEGRATIVI.

Dopo 10 anni ed in possesso di tanti dati reddituali e volumi di affari, si ha un quadro completo riferito a fasce d’età e regione e, come si diceva nella premessa, una buona “fetta di iscritti” ha reddito zero o è entro i limiti di 25.000 euro di reddito (su cui, come è noto, si calcola il 12% per la determinazione della contribuzione soggettiva).

Da qui, in prospettiva, l’ipotesi di UNA REDISTRIBUZIONE DIVERSA DELLE ENTRATE CONTRIBUTIVE PER CONSENTIRE, IN FAVORE DEI MENO FORTUNATI LA RISCOSSIONE, AL PENSIONAMENTO, DI UNA “PRESTAZIONE ADEGUATA”.

Il vero problema, come affermato da Visparelli, nella riunione del 20 settembre scorso, è quello di garantire un maggiore coefficiente di trasformazione svincolando da questo la percentuale per la prestazione ai superstiti o riversibilità.

Ciò facendo, si potrebbe avere un incremento pensionistico di circa il 10%.

Dunque, ritorna la tematica dell’adeguatezza della prestazione che già avevamo affrontato durante il periodo della Commissione Riforma che aveva elaborato il progetto di riforma, poi approvato dall’ADD e dai Ministeri competenti con decorrenza 01/01/2013.

Questa volta, però, avendo dati certi e di lungo periodo che ci consentissero un quadro completo dei nostri iscritti in relazione al reddito e volume di affari in considerazione che il nostro è, pur sempre, un sistema a ripartizione e che il ns. patrimonio è rappresentato dagli iscritti (e dai loro redditi che si trasformano in contributo soggettivo).

Ed è chiaro che questa Riforma ulteriore, che il Presidente Visparelli ha ipotizzato poter andare in vigore il 1/1/2024, deve poter coniugare:

  1. Adeguatezza
  2. Equità
  3. Solidarietà
  4. Sostenibilità

Per raggiungere l’equilibrio tra questi grandi obiettivi e trovare le risorse per aumentare il tasso di trasformazione del montante contributivo accumulato anno dopo anno, occorre trovare le risorse individuate dai nostri attuari sia in un intervento sul contributo integrativo (il 4%) di cui, come noto, il 75% va a montante contributivo. Ergo diminuendo qualcosa si accumulano risorse per il coefficiente di trasformazione pensando anche ad un piccolo aumento dello 0,50% annuo della percentuale del contributo soggettivo fino ad arrivare al 14%.

Tutte queste tematiche sono state affrontate nei precedenti incontri e si sono dimostrate ampiamente divisive.

C’è da comprendere: quando si tocca la propria tasca un moto di ribellione è spontaneo e forse si potrebbe pure comprendere. Poi si aggiungono altre considerazioni: perché questi colleghi non hanno reddito? Sono per caso dipendenti di Associazioni di Categoria che ci fanno concorrenza con i centri servizi? Ma se non hanno reddito perché continuano ad essere iscritti all’Ordine? Ma come si può svolgere la professione con un reddito fino a 25.000 euro?

E dunque il 20 settembre scorso, in modalità da remoto, si è svolta la riunione della Commissione Rappresentanti Regionali. Erano le ore 10. Presenti il Presidente Visparelli, il D.G. Faretra, la Dott.ssa Wanda Mazzi, il Dott. Paolo Pieracci e la Dottoressa Laura Brusco, attuario dell’Ente.

Erano presenti i seguenti Delegati:

 

NOME

REGIONE (O PROVINCIA AUTONOMA)

DE LAURENTIIS NICOLA

ABRUZZO

RECCHIA GAETANO

BASILICATA

CAPRERA GIUSEPPE

CALABRIA

DURACCIO EDMONDO

CAMPANIA

BORELLI ADELE

EMILIA ROMAGNA

BOEMO GIANLUIGI

FRIULI VENEZIA GIULIA

MAGGIONE DANIELE

LIGURIA

DI NUNZIO POTITO

LOMBARDIA

MARMORE’ ANTOINETTE

MARCHE

TROTTA GIORGIO

MOLISE

BONTEMPO FABRIZIO

PIEMONTE

LEZZI ANTONIO

PUGLIA

PIRINU GIUSEPPE

SARDEGNA

TRINGALE NATALE

SICILIA

RIFIUTI MARZIO

TOSCANA

DE BERNARDO LORIS

PROV. AUTONOMA BOLZANO

ROAT DANIELA

PROV. AUT. DI TRENTO

LORETI MASSIMO

UMBRIA

BEGLIUOMINI PIERLUIGI

VALLE D’AOSTA

LANZA FEDERICA

VENETO

BARGHINI BRUNO

LAZIO

Numerosi rappresentanti del CdA, tra cui Gianfranco Ginolfi, presenti insieme a Giovanni Marcantonio, Segretario del CNO in rappresentanza del Consiglio Nazionale.

Come mio costume, ecco una breve sintesi dei lavori.

C’è stato, in avvio, l’indirizzo di saluto di Alessandro Visparelli, Presidente dell’Ente, il quale ha ricordato ancora una volta come, in passato, l’allora Ministro del Lavoro, Fornero, abbia fatto varare la normativa sulla sostenibilità degli Enti Previdenziali Privatizzati con scadenza a 50 anni e senza tener conto del Patrimonio nonché il sistema contributivo e quello a ripartizione del ns. Ente che gode di una buona salute.

Ha poi introdotto il tema dell’adeguatezza della prestazione ma questa volta con il supporto di dati completi (id: redditi e volumi di affari) e riferiti a lungo periodo donde sembrerebbe trovarsi di fronte ad una situazione cristallizzata dove la Categoria, nonostante le difficoltà della pandemia e grazie all’aiuto dell’ENPACL a supporto della promozione della professione ed allargamento di orizzonti professionali (es. sicurezza, consulenza previdenziale), ha mantenuto inalterato se non aumentato lievemente il volume di affari.

Ed è chiaro che ora emergono “squilibri” geografici, alcuni più rilevanti, altri pianificati in parti uguali nelle regioni, che evidenziano le difficoltà di alcune fasce in quanto a redditi e volumi di affari donde una prestazione che a lungo periodo non consente l’adeguatezza.

Da qui, la necessità con la leva della solidarietà (id: chi guadagni di più ovvero tutti rinunciando ad una piccola parte a montante della percentuale di contributo integrativo-oggi 75%) ed equità di conservare risorse con cui aumentare il coefficiente di trasformazione del montante in prestazione staccandolo dal coefficiente per la prestazione indiretta o ai superstiti.

La Dottoressa Brusco è stata di grande utilità con slide.

Si è poi aperto un dibattito dove alcune posizioni, già apparse divisive (lo diciamo con ampio rispetto) hanno ribadito la contrarietà. Altri, invece, hanno detto che la riforma potrebbe essere fattibile ma agendo sull’aspetto qualitativo del reddito (se uno oltre a quelli professionali ha redditi di partecipazione o diversi non potrebbe fruire dei benefici della riforma circa l’adeguatezza della prestazione. Idem per chi ha già altra posizione assicurativa come ad esempio l’INPS).

Sono intervenuto in posizione di massimo equilibrio e senza esasperare gli animi.

Ho ringraziato la sensibilità del Presidente Visparelli e del suo staff che dopo 10 anni circa di vigenza della riforma del 2013, con l’ausilio di statistiche “reali”, ha offerto un quadro del reddito e volume di affari in tutta Italia anche con fasce di età donde la riflessione sull’adeguatezza della prestazione andava fatta coniugando altri fattori come l’equità, la solidarietà e la sostenibilità del ns. sistema previdenziale.

In questo senso, ho aggiunto, la riflessione va fatta ma senza anamnesi contabili sulla composizione del reddito o del volume di affari né riproponendo l’interrogativo se tutti devono essere iscritti all’ordine o solo quelli con un minimo di reddito e volume di affari in quanto essendo il ns. sistema a ripartizione i contributi sul minimale dei senza redditi e quelli integrativi minimi a solidarietà comunque consentono il pagamento di prestazioni.

Mi sono reso favorevole a considerare l’intervento sul coefficiente di trasformazione del montante. Circa le risorse necessarie ho espresso un parere favorevole sulla diminuzione della percentuale di contribuzione integrativa che va a montante anche per alcune soglie di reddito alte e per il graduale aumento della contribuzione a percentuale fino al 14%.

I lavori si sono conclusi alle ore 13:15.

Ringraziamo il Presidente Duraccio per la sua “informativa” nel mentre continua il ns. impegno per Voi anche per quanto riguarda la trasparenza.

Saluti

I delegati ENPACL della Provincia di NAPOLI

Duraccio Edmondo – Capaccio Francesco – Damiani  Stefania – Di Nono Pietro – Triunfo Fabio

Condividi:

Modificato: 26 Settembre 2022