31 Maggio 2021

In occasione del “Forum Annuale della Sicurezza sul Lavoro”, svoltosi lo scorso 20 maggio in modalità webinar, organizzato dal CNO e FS, è stata presentata un’indagine della Fondazione Studi sui riflessi di taluni modelli organizzativi di gestione, durante il periodo pandemico, sulla salute e sicurezza dei lavoratori. In particolare l’indagine de qua è stata rivolta a monitorare gli effetti dello Smart-working sulla salute dei dipendenti. Importanti le risultanze.

 

Il 20 maggio scorso si è svolto, in modalità webinar con organizzazione del CNO e Fondazione Studi, il “Forum annuale della Sicurezza sul Lavoro” registrando una partecipazione notevole di colleghi a cui sono stati attribuiti 3 cfp.

Nel corso del “Forum” ed alla presenza del Presidente dell’INAIL, Dott. Franco Bettoni, è stata presentata un’indagine della ns. Fondazione Studi sull’influenza dei nuovi modelli di gestione, ad esempio lo smart-working o se preferite “home-working per pandemia”, sulla salute dei lavoratori.

Le risultanze illustrate dalla ns. Fondazione Studi sono state molto rilevanti ed interessanti.

Le possiamo così sintetizzare: Smart working, meno infortuni in itinere ma esplodono i rischi per la salute. Il ricorso al lavoro agile taglia del 38,3% le morti nel tragitto casa-lavoro; 2,6 milioni di smart workers, però, lamentano problemi di salute legati alla postazione di lavoro.

Lo smart-working aiuta, dunque, a diminuire gli infortuni in itinere ma apre a nuovi rischi per la salute dei lavoratori.

Se da una parte la pandemia ha cambiato l’approccio alla prevenzione – più “sostanziale” e condiviso tra aziende e lavoratori – dall’altra ha introdotto nuovi modelli organizzativi che espongono il lavoratore a nuove criticità, fisiche e psicologiche.

Questo è emerso dall’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Salute e sicurezza sul lavoro nella pandemia: nuovi rischi e prospettive di evoluzione dei modelli di gestione” illustrata lo scorso 20 maggio durante il Forum Annuale della Sicurezza sul Lavoro, in diretta streaming sul sito www.consulentidellavoro.it.

Il bilancio degli infortuni durante il 2020 ha segnato inconfutabilmente un’inversione di tendenza rispetto al numero degli infortuni in itinere sul totale complessivo (100mila denunce nel 2019, poco più di 62mila nel 2020) e, soprattutto, dell’incidenza di questa voce sul totale in termini di mortalità sul lavoro (28,1% nel 2019, 16,8% nel 2020) dopo anni di crescita.

In particolare, tra le donne, per cui sul totale delle morti per infortunio sul lavoro, il 51% era ascrivibile a questa casistica.

E’, quindi, l’effetto diretto del ricorso al lavoro agile, che, però, si presenta al rendiconto del primo anno con il suo carico di punti interrogativi rispetto alla possibilità effettiva di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Davanti agli smart workers, infatti, si ampliano i margini di rischio potenzialmente legati a un ambiente di lavoro che può variare nel tempo – il 27% dei lavoratori agili ha lavorato nell’ultimo anno in luoghi diversi dalla propria abitazione, anche per lunghi periodi –, che non rispetti le normative minime di sicurezza impiantistica (elettrica, antincendio) o che non presenti ambienti e attrezzature adeguate.

Il 48,3% degli smart workers già lamenta disturbi e problemi fisici legati all’inadeguatezza delle postazioni domestiche.

A queste problematiche a cui si aggiungono elementi di possibile disagio del lavoro da remoto come l’aumento dello stress, collegato ai tempi di lavoro dilatati e dall’ansia da prestazione (49,7%), dall’indebolimento delle relazioni aziendali (49,7%), dalla paura di marginalizzazione (47%) e dalla disaffezione verso il lavoro (39,9%).

“È evidente la necessità di un cambio di paradigma nell’affrontare i temi connessi alla sicurezza sul lavoro, anche in considerazione della capillarità della diffusione dei nuovi modelli organizzativi che interessano tanto la piccola che la grande impresa” ha affermato Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi che ha aggiunto “L’ultimo anno ha dimostrato che la sicurezza, prima che un adempimento, è un valore su cui investire, anche in tema di formazione. A tutti i livelli e per tutte le professionalità”

Buon lavoro

Ad maiora

IL PRESIDENTE
EDMONDO DURACCIO

 

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/FC

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Modificato: 2 Agosto 2023