6 Settembre 2021

Nei giorni scorsi è stato veicolato sui social, per essere ripreso anche da altri organi di stampa, un comunicato (ma quasi certamente era una fake news) di una importante O.S. leader dei lavoratori circa un bonus Irpef che avrebbe reso più ricche le buste paga di agosto e settembre 2021. Da qui, come effetto, le centinaia di telefonate di lavoratori ai nostri uffici o degli stessi datori di lavoro che ne raccomandavano la determinazione e l’erogazione in busta paga. Necessario, quindi, il Comunicato stampa del 3 settembre scorso della ns. Fondazione Studi, per far rientrare nell’alveo della certezza normativa questa notizia.

 

Sono, per davvero, strabilianti gli effetti delle “fake news” veicolate sui social specie se si tratta di un contenuto riguardante l’incremento delle buste paga riferite ai mesi di Agosto e Settembre in virtù di un “bonus Irpef” o “bonus Draghi”.

E visto che l’Italia, durante la pandemia, è stata inondata da “bonus” è apparsa subito VERITIERA la notizia, tanto un bonus in più, uno in meno, che differenza fa?

Si è scatenato l’inferno (id: aspettativa, ansia da riscossione e da determinazione degli importi) che ha coinvolto tutti, dal lavoratore, alla casalinga, dal professionista al datore di lavoro.

E’ successo che sui social è stato riportato un comunicato di una nota federazione sindacale dei lavoratori aderente ad una delle tre Confederazioni che sarebbero quelle comparativamente più rappresentative, mettiamola così.

Il contenuto? Buste paga di Agosto e Settembre più ricche in virtù del “bonus Irpef” o “bonus Draghi”.

E parecchi professionisti si sono interrogati se, in questo marasma legislativo, avessero omesso qualche passaggio fino a telefonare sul CPO ovvero a messaggiare su WA colleghi.

Questo è l’effetto di una “notizia sui social” che poi ha creato nei destinatari ansia di riscossione.

Vi è noto che, ormai, oggi tutti sono sui social, qualcuno lo considera come “status symbol”. Ci sono, ormai, tutti: lavoratori, imprenditori, datori di lavoro, massaie, casalinghe, abusivi, virologi ed influencer improvvisati.

Ma quando una notizia ha per oggetto l’introito di somme, gli effetti sono devastanti.

E così è successo.

Lavoratori che si sono rivolti ai loro datori di lavoro (o agli stessi Consulenti del Lavoro) per raccomandarsi che nelle buste paga di agosto fosse inserito il “bonus Draghi”. Un effetto “domino” di grandi proporzioni.

Perfino la stampa generalista ha veicolato l’informativa.

E, dunque, bene ha fatto la Fondazione Studi ad emanare il 3 settembre scorso un Comunicato Stampa in subiecta materia sia per amore di verità giuridica che per il fatto che la ns. Categoria è il punto di riferimento dell’opinione pubblica in tema di lavoro, occupazione, contribuzione, tributi!!

Bellissimo l’incipit del comunicato stampa della ns. Fondazione Studi: “Nessun nuovo bonus Irpef con le buste paga di agosto. Le regole per la fruizione delle detrazioni fiscali di lavoro dipendente e del bonus IRPEF non sono cambiate rispetto agli anni precedenti”.

Poi, ha proseguito precisando che l’erogazione avviene di regola durante l’anno di maturazione con le buste paga mensili e il datore di lavoro è obbligato ad effettuarle.

Una precisazione necessaria dopo le fuorvianti fake news che, complice l’effetto virale dei social, stanno circolando ancora in rete e che, attribuite ad un’importante O.S. dei lavoratori, ha preannunciato per loro la lieta novella di ricevere con le buste paga di Agosto e settembre un salario più ricco e succoso con questo bonus Draghi o bonus Irpef.

Secondo l’informativa sindacale, questo lo diciamo per completezza redazionale, si sarebbe trattato del rimborso delle detrazioni Irpef che potrà essere ricevuto da tutti i dipendenti e per legge non potrà essere inferiore a 690 euro, ma l’importo massimo previsto per quest’anno è pari a 1880 euro. Per i lavoratori a termine, il rimborso sarebbe di importo non inferiore a 1380 euro.

Ad aumentare, poi, la confusione, ha contribuito l’attribuzione della paternità di questo rimborso al Premier Draghi donde l’appellativo di “bonus Draghi”.

Ovviamente, ha precisato la Fondazione Studi, trattasi di un bonus INESISTENTE, visto che l’esecutivo, in carica dal mese di febbraio scorso, non ha introdotto alcun bonus Irpef né, tantomeno, effettuato interventi sulle detrazioni di lavoro dipendente.

“Una comunicazione fuorviante assolutamente inopportuna – ha affermato Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Cdl – visto l’effetto sulla platea dei destinatari e la difficoltà economica in cui versa una larghissima parte della popolazione”.

Gli importi di cui si parla nell’informativa sono dettati semplicemente dalle detrazioni fiscali e di lavoro dipendente previste dall’articolo 13 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (D.P.R. n. 917 del 1986). A questo punto, la Fondazione Studi ha opportunamente ricordato che, da decenni (la riforma tributaria è del 1973), le detrazioni fiscali di lavoro dipendente vengono direttamente calcolate dal datore di lavoro nelle buste paga mensili, per cui nessun rimborso Irpef è previsto nel mese di agosto dell’anno successivo a quello di maturazione. L’ipotesi di un rimborso, peraltro d’importo limitato e sicuramente non nella misura interamente spettante, ha concluso la Fondazione Studi, potrebbe derivare SOLAMENTE da un Modello 730 presentato dal lavoratore, ma in tal caso riguarderebbe un conguaglio tra quanto calcolato durante l’anno e quanto effettivamente spettante a fine anno; peraltro, talvolta anche la restituzione a favore dell’erario di importi goduti in misura superiore a quanto spettante. Si tratta tuttavia di casi limitati in quanto, se il lavoratore ha avuto nell’anno un solo rapporto di lavoro con lo stesso datore di lavoro, è quest’ultimo che con la busta paga di dicembre o al massimo entro il mese di febbraio dell’anno successivo, deve procedere alle operazioni di conguaglio, così come previsto dalla legge (art. 23 del D.P.R. n. 600/1973).

Il comunicato della Fondazione Studi si è concluso, per spegnere ogni entusiasmo od aspettativa, che, contrariamente a quanto affermato nell’informativa sindacale e poi ripreso da alcuni organi di stampa, non è previsto nessun accumulo nella busta paga di agosto in quanto si tratta di detrazioni fiscali già riconosciute dal datore di lavoro e godute precedentemente dal lavoratore.

Buon lavoro

Ad maiora

IL PRESIDENTE

EDMONDO DURACCIO

 

(*) Rubrica contenente informazioni riservate ai soli iscritti all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Napoli. Riproduzione, anche parziale, vietata. Redazione a cura della Commissione Comunicazione Istituzionale del CPO di Napoli.

ED/ED

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Modificato: 2 Agosto 2023